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Perchè i requisiti sull'accessibilità fanno così paura?

Non è la prima volta che sento i webdesigner spaesati di fronte alle parole “accessibilità”, “requisiti”, “Legge Stanca”, “WCAG” (non è una parolaccia), e così via.

requisiti accessibilitàPerchè fanno così paura i requisiti per i siti accessibili? Forse perchè sono stati scritti sotto forma di Legge in modo incomprensibile? Non ve ne do torto, ma se li guardiamo approfonditamente, noterete che non ci allontaniamo da quelle buone e sane regole di usabilità che applichiamo tutti i giorno sui nostri siti. Mascheratamente, qua e là, li abbiamo già conosciuti questi requisiti. Forse che ci fanno più paura messi giù per iscritto? Comunque, per cronaca ora sono 12 e non più 22, e molti sono stati accorpati.

Affrontiamoli un attimo. Avevamo già iniziato a parlarne nella nostra sezione sull’accessibilità, ma evidentemente dobbiamo riassumere per rendervi la cosa più piacevole 😉

Molto brevemente: cos’è l’accessibilità e come affrontarla?

  1. Usiamo l’Xhtml 1 strict e validiamolo: metà del lavoro è già fatto. Pertanto scordiamoci frame, target=_blank e altre cavolate 😉
  2. Disattivate i css e le immagini del sito: al posto delle immagini compare un testo alternativo? E’ sufficiente a spiegare cosa rappresenta? Il sito vi sembra semanticamente corretto? (vedi header, paragrafi, liste,…)
  3. Torniamo alla visualizzazione normale e fate questo test: vi risultano leggibili tutte le parti del sito o c’è qualcosa che sfugge?
    I link si distinguono bene? Seppure fosse, cercate sempre di usare la sottolineatura, purchè gli stessi non siano presenti in menu che chiaramente li identificano come tali.
  4. Controllate allora il rapporto di contrasto fra colore di sfondo e testo, in rapporto anche alla grandezza dello stesso, e valutate se è leggibile e corrispondente alle linee guida, eventualmente riadattando i colori.
  5. Direi che non c’è bisogno di aggiungere molto sulle gif animate no?

Il resto direi che più che linee guida sull’accessibilità sono anche linee guida di buon senso.
Ad esempio:

  1. tastierarendere accessibile il sito anche solo da tastiera, senza dover necessariamente usare il mouse, è una buona pratica e basta poco.
  2. inserire un link nascosto, a inizio pagina, che rimandi con un’àncora al div che contiene il testo da leggere è un’altra buona pratica che risparmia tempo ai non vedenti permettendo di saltarsi la lettura del menu ogni volta che si ricarica una pagina nuova, saltando direttamente al “dunque”
  3. fare in modo che con css e javascript disabilitati i contenuti (e i menu soprattutto) siano sempre fruibili, è un’altra buona pratica.

Sono sicura che dando una lettura veloce, appuntandosi le cose più “strane” a cui magari non si era mai pensato prima, sarà un modo sufficiente per approfondirle e portarle facilmente nel buon uso comune, tanto più se vengono usate per legge, come per i siti della pubblica amministrazione.
Poi potete usare il CMS che più vi aggrada, purchè rispetti tali requisiti. A mio parere quello che si presta maggiormente, anche per la gestione da parte amministrativa, inutile dirlo, è WordPress, anche grazie a nuovi plugin che ne implementano le funzionalità nello specifico, come “PA facile“.
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Strumenti citati in questo articolo:

  1. Sezione sull’accessibilità di Italianwebdesign
  2. “Cos’è l’accessibilità dei siti web?” . Italianwebdesign
  3. Greybit test: visualizza il tuo sito in biaco e nero
  4. Juicy Studio test: rapporto di contrasto fra colore di sfondo e testo
  5. Linee guida sull’accessibilità – Sito del Governo Italiano sull’innovazione e PA

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