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Vita da freelance: quando tutto ebbe inizio

Spesso mi viene chiesto come si fa a farsi conoscere, da cosa si parte, come tenersi aggiornati, come arrivano i primi lavori.

Mi è duro tornare indietro di ben 10 anni, ma se può essere utile a qualcuno ben venga!

Dunque, nel 2001 lavoravo ancora come ragioniera contabile presso una piccola società (che ora è fallita per inciso) e coltivavo le prime amicizie virtuali tramite mIRC (esiste ancora!). Amicizie che comprendevano, per vicissitudini personali, alcuni ragazzi e ragazze di Livorno e pochi altri del canale di Milano.

E’ importante sottolinearlo, perchè proprio a partire da alcune amicizie livornesi, che comprendevano programmatori in erba che si sono lanciati nell’avventura del web, mi han portata ad avvicinarmi a questa professione. Ragioniera programmatrice, avevo già provato HotDog, un editor della Sausage, per un progetto scolastico. La grafica mi attraeva molto ed ero molto brava nel disegno manuale, seppure non riuscissi a muovere un dito su Paint. Sperimentavo, giocavo, e mi sono buttata a creare qualche pagina che ora neanche esiste più negli archivi.

Questi amici, un po’ avventatamente forse, avevamo messo su proprio una società, e abbacinata da questo miraggio mi son detta: voglio imparare anche io, chissà che non me ne possa finalmente andare da questo posto di ragioniera e fare qualcosa che veramente mi piace. Essì, perchè mi piaceva proprio impaginare e graficare. Lo facevo già ai tempi delle superiori, con le supermega Smemorande che tutti noi abbiamo avuto almeno una volta nella nostra vita. Ecco, io oltre ad usarla poi come diario personale una volta fatti i compiti giornalieri (che prudentemente scrivevo a matita per poterli poi cancellare), disegnavo, attaccavo foto, riorganizzavo la mia giornata in quell’unica pagina disponibile.

Un’altra amicizia coltivata in quegli anni: Marco De Matteo (ora art&graphic designer) ma ai tempi eravamo entrambi alle basi di tutto ed insieme unimmo la nostra passione per un cantante italiano fondando una fan page a lui dedicata. Lui curava il fotoritocco, io il sito. Negli anni poi abbiamo fatto lavori come questo www.albertoluzzi.com, uno dei miei pochi siti fatti in flash. Già meglio, anche se sicuramente criticabile. E comunque solo sperimentando ne ho scoperte di ogni: dai guestbook allora di moda e antesignani dei nostri social networks, ai form contatti, ai tipi di navigazione possibili, e , ebbene sì, ai frame e le tabelle.

Via, il 2002 è stato l’anno della svolta (anche a livello personale, poichè ho conosciuto mio marito proprio su mIRC): ho trovato un corso organizzato dalla Regione Lombardia e a maggio ho dato il preavviso a lavoro pur non avendo nemmeno la certezza di esser presa al corso, per il quale avevo inviato domanda formale. E invece a settembre mi hanno chiamata, ho fatto il colloquio dimostrando al mio futuro prof che volevo a tutti i costi fare quel corso perchè volevo farlo a tutti i costi (dubitava lui infatti che io avessi sbagliato corso e che volessi fare quello di web developer). Partenza, via.

Molte cose le avevo sperimentate da sola, ma ripassarle e sentirle uscire dalla bocca di un insegnante le rafforzava nel mio cervelletto. Altre le ho dovute imparare da zero, come i primi rudimenti di Seo, nonchè Photoshoppare e Illustrare (cosa che poi sono andata io ad insegnare anni dopo ad un corso di webdesign tra l’altro).

A maggio 2003, durante lo stage previsto dal corso, ho avuto problemi di salute, ma quel poco che ho frequentato l’ho assimilato come una spugna. E ahimè ho visto che le tabelle erano ancora un must, sia al corso che allo stage. Ma per carità, i css erano ancora una novità, e un ritardo lo si può ancora comprendere. Ho imparato però a gestire meglio i colori, a curare i dettagli al pixel e scegliere bene le immagini, e di questo ringrazierò sempre chi mi ha seguito.

Esame passato con 30/30, mi sono ritrovata così con poca esperienza e tanta volontà. Da subito si è fatta strada in me la volontà di fare la freelance, anche perchè il mercato in quel periodo era saturo di webdesigner per la richiesta del momento. Si cercavano più web developer che web designer. Ma non per i miei amici di Livorno, che hanno cominciato subito a passarmi qualche lavoro e con i quali ho continuato a sperimentare. Ero iscritta a Psd.it, ora Psdrevolution.it e confrontarsi accettando le critiche era il modo migliore per crescere e capire gli errori di progettazione e codice.

Un altro mio amico, neolaureato in informatica, aveva creato una società di informatica e necessitava di un sito per un loro progetto startup, così ho lavorato da loro part time per qualche mese, mentre il pomeriggio portavo avanti i progetti in telelavoro con i miei amici di Livorno: il tutto sempre con ricevute con ritenuta d’acconto poichè ancora non c’erano sufficienti introiti da poter aprire una partita iva.

Nel frattempo anche mia sorella aveva intrapreso la sua carriera, ed anche lei aveva imparato giusto i primi accenni di css. L’incontro però con un art director che ha guidato lei e Andre, li ha portati ad approfondire i css fino a creare i siti senza tabelle. La qual cosa ha incuriosito anche me, e all’alba della fine del 2005 ho creato il mio primo sito tableless.

Altro salto nel 2005: partita iva! I progetti con gli amici di Livorno procedevano, anche se non è che mi ammazzassi di lavoro, però avevo tempo per approfondire, studiare e confrontarmi. Nel frattempo cominciavo a seguire i primi siti specializzati, poi i blog che poi sarebbero diventati miei fedeli compagni di rssl’ennesimo restyling del mio sito, qualche lavoro è arrivato da solo, e il resto è venuto da sè, insieme all’idea di Italianwebdesign e altre collaborazioni con agenzie, etc, ma lascio questo racconto ad altre puntate della “telenovela” 😀

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