Un approfondimento di Marco Bertoni che può esser anche spunto di riflessione…
Probabilmente la prima immagine che ci viene in mente è quella di una persona in carrozzina, o di un non vedente. Questa parola è, infatti, associata a un modello medico: una menomazione cognitiva, motoria o sensoriale, rende una persona “non abile” in qualcosa (camminare, vedere, sentire ecc.).
L’interpretazione della disabilità come mero handicap, nel migliore dei casi innesca comportamenti narcisistici di aiuto. Nel peggiore genera indifferenza o ostilità. Ma in tutti i casi tiene ben separate le persone. Rassicurandone alcune e, quasi sempre, emarginandone altre. …
e concludendo…
L’accessibilità è un diritto di tutti, proprio tutti. Sarebbe il caso di rifletterci. Specialmente ora che l’Italia sta dimenticando una delle sue buone leggi.