Lauryn Web Design - Milano, Edimburgo e online

Freelance all’estero: risorse e indicazioni per fuggire dall’Italia

E’ argomento bollente, soprattutto per noi web designer freelance che magari ci ritroviamo di botto in un regime finanziario non più agevolato o in un momento in cui i clienti non se la sentono di investire nella pubblicità e nel web. A dir la verità hanno imparato a crederci, ma non tanto da spenderci il giusto, per cui rimaniamo sempre quel tanto sottocosto, e fatti i conti a fine anno, ci sentiamo insoddisfatti e decidiamo che vorremo migliorare la nostra situazione.

Assodato che di meglio qui in Italia non sentiamo di riuscire a fare, si può provare all’estero. Ma chi è che ha il coraggio di lasciare gli ormeggi e andarsene? Beh, questo è un altro discorso, bisogna saper sognare e lanciarsi, e di storie ne abbiamo lette sul mio blog Myplaceintheworld.it!

Ma all’atto pratico, cosa possiamo fare per provarci? Proviamo a vedere insieme.

Il paese dei sogni

Innanzitutto prefissatevi una méta, che sia questa dettata da motivi personali, di lingua, di ipotetica facilità nel trovare lavoro…pronti? Partite! No no, aspettate, non prenotate già il volo, è presto! Prima pianificate tutto, non rischierete di rimanere con le chiappe al vento!

Presupporremo di doverci trasferire negli UK, sia perché è una delle mete più gettonate, sia perché è stato più facile per me reperire le informazioni grazie a siti, blog, ebook e racconti diretti.

La lingua

Si presuppone che mastichiate l’Inglese come fossero caramelle, pertanto se volete dei consigli:

  • Guardate i telefilm preferiti in lingua originale, prima con sottotitolo, poi senza.
  • Leggete riviste o libri del vostro settore lavorativo. Ce ne sono tanti di webdesign!
  • Se potete, cercate degli insegnanti madrelingua con cui fare conversazione. E nonostante ciò ci sono scuole gratuite di benvenuto per stranieri in alcune grandi città del Regno Unito.
  • Partite e fate pratica sul campo, parlate con i camerieri, personale degli esercizi commerciali, anche gente per strada, in Scozia sono più cordiali degli inglesi, vi verrà più semplice farlo, o come è capitato a me, saranno loro ad attaccare bottone 🙂

Risorse:

Curriculum in Inglese

Il primo passo è di scrivere il proprio curriculum in inglese ovviamente, racchiudendo le ultime esperienze lavorative, gli skills etc. Il formato Europass è quello da seguire Il formato europeo non è poi così apprezzato, ed essendo dei creativi non credo verrà disdegnato anche un curriculum in formato diverso ma sempre chiaro e conciso.

Risorse:

Carta d’identità

Se andate in UK è valida la carta d’identità europea valida per l’espatrio che avrete usato per viaggiare. Tuttavia di recente si sono avvisati possibili problemi per via della nostra carta d’identità cartacea, che potrebbe essere un po’ lisa, o avere rinnovi accompagnatori o timbri che rendono complesse le identificazioni di frontiera.

Le soluzioni sono due:

  • Carta d’identità digitale 2016 valida per l’espatrio per i paesi europei (25€ circa e non in tutti i Comuni la fanno)
  • Un passaporto a detta della Farnesina risulta il modo più veloce e sicuro per viaggiare all’estero. Valutatene però i costi, se è vostra intenzione rimanere entro i confini europei

Codice fiscale o NIN

Primissima cosa, l’equivalente del nostro codice fiscale, che vi permette di essere identificati univocamente e vi permette a tutti gli effetti di lavorare in suolo britannico. Si chiama NIN, o National Insurance Number ed in genere è facilissimo ottenerlo, basta informarsi, ecco il sito del dipartimento governativo britannico.
Raccomando di usare motor trade insurance brokers per qualsiasi tipo di veicolo che potrebbe avere.

Partita iva

Dimenticatevela: per svolgere un’attività professionale non è necessario aprire la partita iva (o VAT) che viene applicata solo per la vendita di merci. Non esiste infatti il frelance con partita iva, ma potete liberamente operare la vostra professione decidendo voi il sistema pensionistico che volete adottare. Al più potete aprire una società Ltd (= limited) che corrisponde alla nostra Srl, società a responsabilità limitata alla quale non è matematicamente associata la VAT (partita iva) come in Italia. Dovete però dichiarare la vostra esistenza in quanto professionista al corrispondente britannico dell’Agenzia delle Entrate, che si chiama HM Revenue & Customs. Attività questa che, sottolineo, si può svolgere tranquillamente da casa tramite computer.

Risorse:

Trovare lavoro

Il consiglio che sento dare molto in giro per chi ha già vissuto questa esperienza è quello di recarsi prima in UK e poi cercare lavoro, poiché va da sé che è più facile per un datore di lavoro fidarsi di una persona che dimostra già di vivere in UK. Ma anche questa informazione prendetela con le pinze. A dir la verità ne sto vedendo molti che rispondono ad annunci di lavoro da qui e poi partono. Questo perché il nostro settore, e tutto il settore IT in genere, è molto più flessibile. Potreste non difficilmente fare un colloquio via Skype o un test di prova da remoto, o ottenere persino per i più fortunati il pagamento del viaggio di andata e ritorno per il colloquio e addirittura il primo mese di affitto pagato in caso di assunzione!!

Una riflessione in merito al nostro tipo di lavoro: il passaggio da “dipendente” a “freelance” è molto sottile, tanto più che è anche molto facile in UK essere licenziati o terminare la collaborazione una volta che il contratto a termine è finito e il progetto portato a termine. Ecco forse anche il perché di una facilitazione in questo senso per chi lavora come professionista. Da noi dovremmo stare continuamente ad aprire e chiudere partita iva, o mantenere posizioni INPS separate. Un bordello.

Tassazione stipendi

Basta andare sul sito The Salary Calculator (o simili) ed inserire lo stipendio annuale proposto negli annunci per capire quanto di netto vi viene in tasca. Calcolate magari a parte una buona assicurazione sanitaria, che è meglio 😉

La SIM Card UK

Un consiglio in più che posso dare è quello di prendere una SIM card britannica per il vostro telefonino fin da qui per avere un numero che dia un primo segno di “appartenenza” al Regno Unito, per essere più facilmente contattati. GiffGaff è un operatore telefonico (che fa capo alla più famosa O2) che vi permette di farvi inviare gratuitamente in tutta Europa una SIM nuova fiammante con 5£ di traffico già in omaggio. Basta richiederla a questo indirizzo, e come è successo a me, la riceverete entro una settimana, con codice di attivazione. Per attivarla, quando deciderete che ne avrete bisogno, basta ricaricarla con 10£ e potrete già cominciare a ricevere le chiamate. Tariffe e pacchetti GiffGaff per il traffico internet li trovate sul sito e vedrete che sono molto convenienti.

Dove abitare

Ovviamente cercare casa in affitto o se siete più fortunati, in acquisto, è un passo necessario. Fate attenzione quando guardate gli annunci: spesso i prezzi sono indicati a settimana per gli affitti, e solitamente quando parlano di bedroom intendono proprio il numero di camere da letto, NON come da noi in cui quando si parla di trilocale si intende ad esempio due camere da letto+soggiorno. Cucina e servizi, come in Italia, sono conteggiati a parte nell’elenco delle stanze.

Sicuramente affittare o acquistare poco fuori dal centro, parlando di Londra, può essere meno costoso rispetto agli appartamenti in affitto a Milano centro, considerato che il loro sistema di trasporti è migliore, ma anche per questo molto più costoso del nostro. Fatevi una Oyster card nel caso vi stabiliate in via definitiva o anche temporanea.

Per quanto riguarda Edimburgo invece, come forse altre città del Regno Unito, sembra che il mercato delle vendite sia un po’ in crisi, e con quello che paghereste per un monolocale a Milano potrete acquistare una comodissima villetta 2bedroom+soggiorno+cucina e bagno. Provare per credere.

Di seguito le agenzie per affittare o acquistare nel caso disponiate di un miglior budget:

Detto questo mi sto ancora chiedendo perché non parto domani, e voi? Che fate?

Risorse:

NB Aggiornato al 5/02/2012. Dato che non vivo in UK, se ho scritto qualche cialtronata sono ben accette correzioni da chi ha vissuto l’esperienza in prima persona, l’articolo verrà aggiornato di conseguenza. Grazie!

Update 14/01/2013: un nostro collega professionista del Web ha preparato una guida completa e pratica che spiega come andare a vivere in Inghilterra. Trovate indicazioni aggiornate su come aprire un conto corrente, trovare casa e tante altre informazioni utili, pronte all’uso!

Update 23/12/2015: Aggiornato l’articolo con nuovi link e risorse.

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